"Difficoltà e ostacoli, se correttamente compresi e usati,

possono diventare un'inaspettata fonte di forza" (S. Rimpoche)

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Domande e Risposte sulla Terapia Breve Strategica

 

Quanto dura una terapia breve strategica?

La terapia breve strategica è per definizione un intervento psicologico breve e focale il cui obiettivo è quello di sbloccare il problema o produrre sostanziali miglioramenti entro le prime dieci sedute, per concludersi mediamente entro le venti. È necessario tuttavia tenere presente che “ogni caso è a sé”, e quindi anche la durata può essere variabile in relazione alla specifica problematica. Al fine di verificare l’andamento dell’intervento, il terapeuta, in condivisione con il cliente, monitora costantemente il percorso svolto fino al suo completamento.

 

Con che cadenza avvengono le sedute?

Solitamente la frequenza degli incontri è quindicinale, anche se nella prima fase possono essere indicati appuntamenti settimanali. Successivamente allo sblocco del problema l’intervallo tra una seduta e l’altra tende progressivamente a distanziarsi, per dare modo alla persona di sperimentarsi nelle risorse attivate e consolidare le capacità acquisite.

 

Qual è la durata di ogni singolo incontro?

La durata di ogni singola seduta non è predefinita, ma variabile in relazione a diversi aspetti, tra cui la fase dell’intervento, le finalità concordate, l’obiettivo posto dal terapeuta nel singolo incontro, la problematica portata. Il ‘principio’ della flessibilità è quindi la ‘regola’, potendo oscillare, indicativamente, dall’ora o più alla mezz’ora nel caso di sedute individuali, fino all’ora e mezza con le coppie e le famiglie.

 

La terapia strategica è efficace nel lungo periodo?

Gli studi svolti dal gruppo di ricerca del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, che elabora i dati provenienti dagli studi affiliati presenti in tutto il mondo, hanno evidenziato un’elevata efficacia di risultato mantenuta nel lungo periodo, dimostrando una ridotta possibilità di ricadute ai controlli a distanza effettuati (follow up) ai tempi stabiliti.

 

In cosa consiste la ‘terapia indiretta’ ed in quali casi viene utilizzata?

La terapia indiretta può essere efficacemente utilizzata in tutti i casi in cui chi manifesta il disagio è restio a chiedere un aiuto specialistico od è scarsamente collaborativo in seduta. In questi casi un lavoro con/sul familiare, effettuato mediante indicazioni e prescrizioni ad hoc, può sbloccare il problema o fare in modo di condurre il familiare ritenuto in difficoltà dal terapeuta, evitando che si senta pressato o costretto. L'approccio strategico indiretto è anche intervento elettivo in presenza di distrubi o difficoltà nel bambino e nel periodo preadolescenziale; in questi casi, oltre a tendere ad evitare la stigmatizzazione e l'etichettamento, vengono coinvolti attivamente i genitori eleggendoli a "coterapeuti" al fine di guidare loro stessi il processo di cambiamento.

 

La terapia breve strategica impiega anche l’uso di farmaci?

Essendo la terapia breve strategica un intervento psicologico e psicoterapeutico non è previsto l’utilizzo di farmaci. Nel caso sia in corso o venga intrapreso un trattamento farmacologico prescritto dal medico o dallo specialista, una volta sbloccato e risolto il problema la persona potrà valutare, in accordo con la figura sanitaria che l’ha prescritto, per una riduzione/sospensione dei farmaci.

 

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"La vita non è quella che dovrebbe essere. E' quella che è.

E' il modo in cui l'affronti che fa la differenza". (V. Satir)